IL ROMANZO DELLA PSICHIATRIA
Dalla Letteratura a Internet 2.0
di Gerardo Favaretto

Il Romanzo della Psichiatria : Presentazione

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4 gennaio, 2016 - 12:25
di Gerardo Favaretto

Il romanzo della psichiatria ha a che fare con due atti principali: la scritture e la lettura.
A voler essere precisi, forse, il mondo stesso, l'umano e la sua cultura  hanno a che fare con queste due dimensioni poiché  lettura e scrittura prevedono esistenze di linguaggi e lessici su cui si fondano quei fatti straordinari che sono   l'espressione e la relazione.
Di questo campo immenso vorrei però cercare di definire alcuni ambiti anche se, a dire il vero, la definizione degli ambiti sembra essere costitutiva per le discipline scientifiche e la loro negazione, anche se favorisce la narrazione, viene considerata premessa di non scientificità e il romanzo della psichiatria non sa rinuciare a un confronto con il mondo " scientifico ".
Ecco il punto è questo , la narrazione e le sue declinazioni , i sui toni , lessici, linguaggi e modalità. Lavorando in psichiatria si affronta il problema di  lavorare sulla esperienza e sulle conoscenze che la premettono e la conseguono. Esperienza e conoscenze riguardano l'esistere e il modo di farlo da parte delle persone e delle loro menti .
Chi lavora nei Servizi per la Salute mentale  sa quanto tangibili siano i cambiamenti  nel tempo e nei contesti culturali , quante siano le differenze  fra individuo e individuo e quanto spesso le nosografie si perdano nel cercare di  rappresentare, in modo sintetico, la complessità di una esistenza.
La psichiatria ha sicuramente bisogno di certezze e  le neuroscienze forse riusciranno prima o dopo a stabilire coerenze intrinseche nel generarsi emozioni e comportamenti abnormi. Difficilmente però si troverà, semplicemente , una  definizione di abnorme cui corrispondano parametri riproducibili ed oggettivi. In secondo luogo risulterà, in fondo ,  essere molto diffcile  definire che cosa nell’ambito dell’esperienza esistenziale sia prevedibile, riproducibile ed oggettivo.
Nonostante questi importanti problemi di fondo la ricerca sui modelli biologici di spiegazione dell’esistenza e dei comportamenti  racconta molte cose e oggi ha una grande monopolio nell'ambito della formazione e della costruzione di  certezze operative.
Ma la vita quotidiana di chi lavora nei Servizi , la stessa biografia degli psichiatri e degli operatori che lavorano nella Salute Mentale è fatta, però, di intuizioni e di narrazioni. La cosa affascinante è l'intricato evolversi, il crearsi di linguaggi modi, tempi, ritmi , sonorità e contesti nelle quali i racconti vengono scritti e letti, detti e ascoltati.
Questo narrare sta alla base di una scrittura più antica dei moderni lavori pubblicati nelle riviste scientifiche; da sempre , per esempio si  è parlato dei disturbi mentali e dei loro rimedi  non solo attraverso il linguaggio della medicina ma anche  con quello della filosofia.
Le ritualità collettive , i miti le grandi vicende degli eroi sono state comprese in queste narrazioni.
 Studiata e raccontata dai teologi  la malattia mentale è  stata   l'occasione per la dimostrazione di somma erudizione e conoscenza sull’umano  come è accaduto per “ L’ anatomia della melanconia" di Burton” nel XVII secolo .  Storie di passioni profonde e problematiche hanno ispirato il teatro , da Shakespeare a Artaud e  da Cervantes   a Dostoiewsky il romanzo è stato ancora un modo di raccontare e reinterpretare l'impatto con l'esperienza della malattia mentale  e la profonda umanità della caratteristica di questa esperienza.
Insieme al romanzo l'ottocento ha prodotto  le prime nosografie psichiatriche e poi dalla sua cultura  è nata  la psicoanalisi .
Psicoanalisi e la Psicopatologia in generale sono state generatrici di storie e di narrazioni , di biografie intrecciate  a teorie, di ascolti generosamente sporti a scoprire nuove verità. Quanto dobbiamo  alle diverse metapsicologie e quanto ai singoli casi , alle storie come quella del Presidente Schreber  interpretata direttamente dalla narrazione delle  la sue memorie?
A fianco della letteratura psichiatrica  “ scientifica” si  sono aggiunti  nel corso dei decenni la stampa, giornali, riviste, la radio e poi , il cinema e  la televisione fino alla rete.
Film dedicati alla follia, serie tv dedicare alla psicoterapie forse sono anche  queste storie e capitoli del romanzo della psichiatria.
Questa esposizione mediatica  ha riguardato spesso la rappresentazione stessa del sapere :  un sapere presunto o nel migliore di casi supposto.  Qualche volta ha sedotto il grande pubblico  con linguaggi esoterici e la volontà di trasportare  verità, che non gli appartengono, alla spiegazione dello stesso funzionamento del mondo .
Ma ci sta ; la narrazione della esperienza del mondo  può' essere , favola , mito  oppure si può proporre come suggestione pregna di importanti rivelazioni .
Narrare continua     ad essere, però, più onestamente,   l'intenzione di mantenere traccia di una esperienza.
Anche Internet 2.0  costituisce un contesto e un linguaggio che si aggiunge a queste possibilità.  Anche in questa si possono rintracciare capitoli del romanzo della psichiatria .Lo dimostrano  la storia recente delle riviste on line  dedicate alla psichiatria (come POL-IT) e del modo con cui nella rete si parla di psichiatria, si conserva e si mostra il presunto sapere, l'esistenza di gruppi a favore o contro qualcosa; il presupposto che adesso sia semplice “ comunicare” o che la conoscenza sia a portata di mano, o  di click .
Proverò' in questa rubrica  a non "fare teorie" ma a raccontare storie , storie di storie e di altre narrazioni oppure storie di esperienze e di vicende che mi sembrano irrinunciabili perché con il  loro esserci continuano a dare una senso a quello che facciamo . Raccoglierò storie anche da chi vuole propormele per condividere uno spazio, quello narrativo, che ha un senso profondamente radicato nella espressione della nostra identità e della inconclusa ricerca di senso alla nostra esperienza .
 
Una breve nota biografica : Da oltre 30 anni faccio lo psichiatra e lavoro nei servizi pubblici .Da 15 dirigo un Dipartimento di Salute mentale.  Da oltre 20 partecipo alle attività associative degli psichiatri ( SIP ) .  Da quando esiste sono un navigatore della Rete. Amministro un gruppo su Facebook su Psichiatria e Filosofia .
Da quando ricordo sono sempre rimasto affascinato dal sentire le storie delle persone e da quando faccio questo lavoro più' volte ho provato pure io a raccontarle.

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Commenti

Finalmente una riflessione approfondita sul tema della Comunicazione e sul Linguaggio che riguardi anche
il quotidiano lavoro dell'Operatore Psichiatrico !!Credo sia importante la narrazione di Storie , spesso Biografie in sintesi , di Pazienti Psichiatrici , non solo come Comunicazione operativa , ma anche come condivisione di un linguaggio( scientifico e non) , di una sensibilità , di un approccio. Purtroppo l'esperienza insegna , dal mio punto di vista che alla creazione di tale linguaggio e sensibilità ,peraltro da molti se non da tutti, auspicata , rimane lettera morta , sacrificata da esigenze pratiche e operative impellenti , nella routine quotidiana.
Il tutto se vogliamo complicato dall'esistenza di fatto di Culture e Pratiche Psichiatriche differenti , che tendono ad escludersi reciprocamente.
Trovo più che opportuno allora ,il bel Intervento di Gerardo e trovo interessante l'invito a narrare e ricostruire le storie- evoluzioni di pazienti , anche da diverse angolature,per dare più significato al nostro lavoro.

Grazie Marzio . Lo spirito della rubrica è di piena apertura anche nel senso di esplorare insieme storie e spazi di conoscenza . Lo spazio è uno spazio narrativo nel quale possono trovare occasione di esprimersi tutti coloro che pensano di avere interrogativi e significati da condividere !

Quale Editor della Rivista dò il mio benvenutoall'antico amico Gerardo che entra afar parte della nostra offerta culturale e di dialogo.
Spero fortemente che i colleghi registrati vorranno non limitarsi alla lettura ma inizieranno a interagire con l'Autore arricchendo così i contenuti proposti.
La costruzione di un percorso dialigico a partire da un testo comune è la base per realizzare una vera comunità e la psichiatria italiana ne ha davvero bisogno e Gerardo Favaretto è pronto, lo so, a fare la sua parte


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